Sui quotidiani

Aggiornato il giorno 9 Febbraio 2021

Oggi è uno di quei rarissimi giorni in cui le avventure testuali compaiono su un quotidiano. Il Giornale ha un pezzo su un progetto americano di salvaguardia di “artefatti culturali”: tra questi, anche i videogiochi.

Il compito di fare una lista è stato affidato al professor Henry Lowood che ha già preso nella sua squadra una nostra vecchissima conoscenza: nientemeno che Steve Meretzky, il geniale autore di avventure testuali (che ho anche avuto il piacere di intervistare). Sì, perché tra i giochi da salvaguardare è già stata inserita una avventura testuale.

Quale? La leggenda, ovviamente: Zork I. Di cui, su Il Giornale, si parla così: “Uno dei primi videogiochi di avventura testuale, la prima versione fu scritta tra il 1977 e il 1979 dal Dynamic Modelling Group del Mit. Il nome del gioco indica un programma non ancora terminato. Ambientato in un esteso labirinto, vede come giocatore un avventuriero senza nome che ha l’obiettivo di trovare tesori nascosti nel sottosuolo sopravvivendo ai nemici Grue”.

Così viene descritto Zork. Interessante l’accenno al fatto che l’avventuriero sia senza nome: il blank hero senza personalità né “background” dell’età dell’oro avventurosa, quello analizzato anche da Roger Giner Sorolla nel suo immortale saggio sulle avventure: Crimes against mimesis.

Scrittori (non interattivi…)

Chissa’ se un giorno ci saranno rivalità feroci anche tra autori di narrativa interattiva, al pari di quelle tra letterati di cui parla “la Repubblica” di oggi. “Un duello famoso”, scrive Omero Ciai nel suo articolo “fu quello tra Ungaretti e Bontempelli che il 9 agosto 1926, dopo essersi accusati di maldicenze, incrociarono le spade: vinse Bontempelli che procurò un taglio di tre centimetri a Ungaretti”. Poi c’è la rivalità tra Naipaul e Theroux. Furono grandissimi amici (al punto che Theorux scrisse una “biografia dell’amicizia”) fino al giorno in cui Theroux trovò, su una bancarella, un suo libro con dedica a Naipaul. E quando chiese spiegazioni Naipaul confesso’ che era solito disfarsi dei libri dell’amico… Ma la più bella storia è quella che riguarda Neurda e Huidobro che smisero di parlarsi quando in una antologia Huidobro ricevette qualche riga in più dell’ex amico…

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Sixty Seconds/2

… Continuando poi in Sherlock ho la sensazione che la regola dei Sessanta Secondi (quanto basterebbe per capire se una cosa andra’ a genio o no) potrebbe essere infranta: il gioco è piacevole, rilassante (finora).

Sixty Seconds

Si dice che bastino 60 secondi di conversazione per capire se una persona ci andrà a genio o no. Lo stesso puo' valere per i videogame. L'altra sera ho aperto Sherlock-L'orecchino d'argento e, fin dai primi dialoghi, mi sono reso conto che la sceneggiatura e' scritta male. Per dire: Watson legge a Holmes una lettera di unnobile che invita Holmes a seguire un caso. Ebbene, questo nobiluomo, nella lettera, dà anche veri e propri ordini a Holmes il quale, anzichè restare sorpreso da un tono del genere, come vorrebbe la sua personalita' scorbutica, si comporta come un detective alle prime armi: esulta e si butta a capofitto nel caso pronto a eseguire ogni ordine del suo cliente. Sir Conan Doyle non avrebbe mai scritto quella scena cosi'. 

Jonathan Danter

Ecco calda calda una nuova recensione di una avventura grafica prodotta in Italia: Jonathan Danter – Il sangue di Giuda. Un gioco di qualità, divertente, piacevole. Che fonde bene vecchio e nuovo stile. Leggetela qui. Ogni commento e' ben accetto.

Cena Avventurosa

Eccoci qua
Eccoci qua

"Ravioli alla burina": con questa specialita' culinaria, ordinata alla Taverna dei Quaranta, a due passi dal Colosseo, alla cena avventurosa di ieri sera, Paolo Vece ha spiazzato Francesco Cordella e Giovanni Riccardi, che si sono accontentati di un piu' tradizionale bucatino all'amatriciana. Ma lui, Vece, e' fatto cosi': ama stupire. Stupisce anche quando, mentre Cordella e Riccardi dibattono di Anchorhead, Christminster e oldies goldies Infocom, lui interviene a sorpresa per puntualizzare una data, correggere il nome di un autore, specificare la forma di una confezione. Del resto, è lo "storico" del gruppo, lo e' sempre stato. Riccardi, invece, e' l'uomo che ha reso possibile programmare avventure italiane in Inform con il suo Infit e a uno cosi' bisognerebbe versargli da bere, custodirgli il cappotto nell'armadio del locale, scostargli la sedia quando si alza e accostargliela quando si siede: insomma, bisognerebbe trattarlo da re. Invece e' uno di noi e si comporta come uno di noi, come un terrestre.

Io, invece, vivo ormai di rendita da anni grazie a Flamel e mi accontento cosi': Riccardi vorrebbe organizzare un mio incontro con Emily Short, ma sarebbe troppo onore, accidenti: io il massimo della vita l'ho toccato quando ho avuto modo di conoscere il leggendario Bonaventura DI Bello in una cena avventurosa di qualche anno fa che restera' nella storia.

Ma di che cosa si e' parlato alla cena avventurosa di ieri? In mancanza di una registrazione audio o video (no, Giovanni, non avevo microspie nella giacca) dovranno bastarvi queste poche righe.

La grande notizia e' che non abbiamo fatto progetti. Significa che forse qualcosa verra' fuori. Le altre volte avevamo prospettato avventure da scrivere insieme, sceneggiature, invenzioni geniali con cui diventare miliardari, e non abbiamo mai portato a termine nulla. Succedeva questo: mentre noi galleggiavamo nell'inconcludenza, dall'altra parte dell'oceano, come abbiamo osservato ieri sera, c'era chi metteva in piedi YouTube… e tanto basti. Dunque, ieri nessun progetto sbandierato.

Si e' parlato solo un po' della One Room Game Competition (che tornera' presto senza particolari novita').

Poi, tutti ci siamo spesi in sperticati elogi per Roberto Grassi: con il suo entusiasmo, i suoi progetti veramente portati a termine, e' la persona che ha piu' dato linfa al mondo avventuroso italiano negli ultimi tempi e dobbiamo essergliene tutti grati. A proposito, Roberto: Giovanni mi accennava al tuo sistema per role play games, mi dici qualcosa di piu'?

Si e' parlato di Graham Nelson, senza rinunciare a qualche gustoso gossip sul legame tra lui ed Emily Short, e a qualche osservazione sul fatto che non ha intenzione di rilasciare il codice di Inform 7.

Si e' parlato di viaggi, pure. Di un viaggio che deve restare top secret (si tratta di un progetto, sì, dunque probabilmente cadra' nel vuoto). E di un viaggio che possiamo svelare. Abbiamo intenzione (ebbene sì, un progetto) di fare un'incursione a Centola, splendido paese in cui vive la leggenda: Bonaventura Di Bello. Con i primi soli primaverili la nostra idea e' quella di andarlo a disturbare, scroccandogli un pranzo a base di aragoste e un floppy disk di Viking.

Si e' parlato di Vista (e io, come al solito, facevo finta di capirci qualcosa).

Si e' parlato anche un po' di donne (ma questa e' privacy).

Si e' parlato di Anna Tatangelo e Gigi D'Alessio (ho visto il Riccardi e il Vece particolarmente interessati al mondo del "costume", guai a chiamarlo gossip, eh!).

Si e' parlato di serialita'. "Perche'", si è chiesto Riccardi "Bonaventura creava avventure seriali, con lo stesso personaggio protagonista in piu' di un gioco, mentre oggi tutto questo non c'e' piu'?"

Si e' parlato di serie TV: allora, io e Riccardi abbiamo gongolato perche' Vece e' rimasto alla prima serie di Lost (su questo tema, Giovanni e' il numero uno incontrastato, credo che sia in possesso dei "pilota" prima ancora che li vedano i produttori).

Si e' parlato di una mia ossessione: avere il testo estratto di Sherlock della Melbourne House, un tormentone che forse mi portera' al manicomio (se Riccardi, la prossima volta che lo chiedero', non preferira' uccidermi prima). Ma possibile, dico, che nel mondo non ci sia una persona in grado di estrarre quel benedetto testo?

Si e' parlato di qualche avventura grafica, poi. Io ho annunciato una recensione un po' cattivella (strano, no?) su Jonathan Danter, mentre ricordavo la grandezza di Monkey Island. Giovanni mi ha invitato a provare Day of the tentacle, nel frattempo Paolo continuava a parlare di quella che invece e' la sua ossessione: Christminster (lui preferisce restare fedele al mondo avventuroso testuale).

La cena e' scivolata cosi'. Poi, c'è stato il solito dopocena. Dovete sapere che quando io, Riccardi e Vece ci incontriamo, una volta mangiato, non finiamo mai, come le persone normali, in un pub, in una sala da the. No, noi adoriamo passeggiare in qualunque condizione climatica. Dunque, abbiamo vagabondato al freddo per le strade di Roma (quelle deserte, senza calore umano) continuando con le nostre elucubrazioni: il testo di Sherlock, Christminster, Infit 20.3. Graham Nelson, Emily Short, Gigi D'Alessio…

Senza fare nessun progetto.

Unfinished

Se ricordo bene, fu Daniel Pennac a "tranquillizzare" tutti coloro, e sono la maggior parte, che non sopportano l'idea di non finire un libro. Coloro che, pure se il libro è brutto, noioso, devono a tutti costi finirlo per essere in pace con se stessi. Pennac disse infatti qualcosa tipo: "Godetevi i libri, apriteli, chiudeteli, cambiateli, e quelli che non vi piacciono riportateli senza esitazione sugli scaffali".

Io sono tra quelli che i libri vogliono finirli, tutti, una volta cominciati. E lo stesso, in qualche modo, vale per le avventure: nella mia carriera di avventuriero, sono due i giochi che ho iniziato seriamente (dunque, non solo aperto) senza finire: Jack lo squartatore e Necronomicon. Vi assicuro che non sono in pace con me stesso. Spesso vorrei riprenderli e finirli. Ma non ci riesco… 

Anchorhead

Per il decennale del suo capolavoro Mike Gentry sta preparando una versione speciale di Anchorhead, una delle migliori avventure testuali di tutti i tempi. Per ora, sul suo sito (http://edromia.com/anchorhead/) è disponibile una demo. Chi nonlo conoscesse sappia che è un gioco formidabile, perfetta sintesi tra vecchio stile e narrativa interattiva moderna.

Last Resort

Sta avendo buon successo, a quanto pare, una nuova avventura che, dice chi l’ha giocata, fa respirare il sapore di Anchorhead: sto parlando di Last Resort, scritta da Jim Aikin, già autore di Not Just an Ordinary Ballerina, che però era piena di labirinti, mentre, come mette in guardia lui stesso, in Last Resort non ce n’è neanche uno. Per scaricare i giochi di Aikin e per avere informazioni su di lui, che è uno scrittore americano, andate qui: http://www.musicwords.net/if/if.htm

Recensione di Beyond

Roberto Grassi me lo aveva detto qualche tempo fa: ma perché non la smetti di recensire avventure grafiche e non parli di qualche testuale? Eccolo accontentato, in prima persona tra l'altro. Ho appena sfornato, dopo qualche ora dedicata al gioco e alla scrittura, una recensione del suo Beyond, scritto assieme a Paolo Lucchesi e Alessandro Peretti, secondo classificato con grande onore per l'Italia alla IF Comp. Una recensione un po' dura, sia chiaro, ma un buon gioco merita osservazioni che spero siano costruttive.