Ingold a un bivio

Jon Ingold, uno dei miei scrittori preferiti di narrativa interattiva, autore di quel capolavoro che è Make It Good, straordinario detective game, è stato folgorato dal mondo delle hypertext adventures. Si tratta delle avventure in stile Idra o, per capirci, in stile libro-game: "storie a bivi" in cui il lettore, per andare avanti, deve scegliere tra l'una o l'altra opzione, per direzionare così la narrazione a suo piacimento esplorando i percorsi che più lo attirano. 

Ingold, negli ultimissimi tempi, ha prodotto due giochi così: A Shaggy Dog Story e Flaws. Lui è bravo, scrive bene e ha il pregio di interrompere la storia dopo piccoli blocchi di testo senza costringerci a subire inermi, noi amanti dell'interattività, paginate di narrazione. Oltre tutto, le hypertext adventures hanno il pregio di potere essere giocate sui telefonini agevolmente, perché non serve l'uso della tastiera. E se la storia che abbiamo sotto le mani è appassionante, è un vero e proprio piacere mandarla giù avendo perfino l'illusione di "modificarla".

Tuttavia, io, essendo un amante dell'azione, della caccia (anche della caccia al verbo, a volte), continuo a preferire le vecchie avventure.

(grazie al sempre attento Giovanni Riccardi per la segnalazione del nuovo corso di Ingold)

Attesa delusa per Jane Jensen?

(come spesso capita, qui parliamo di avventure grafiche).
Da anni, ogni avventuriero che si rispetti attende Gray Matter, l'ultima fatica di Jane Jensen, autrice del capolavoro Gabriel Knight. Considerato che escono tante avventure scadenti, è sorprendente che un'autrice coma la Jensen abbia dovuto tribolare così tanto per fare uscire Gray Matter, bloccato da problemi economici e di distribuzione e forse anche da "finanziatori" non troppo convinti del progetto. Ebbene, ora Gray Matter è uscito, anche se solo in Austria, Germania e Svizzera, si può acquistare su www.amazon.de a 35 euro (in lingua tedesca e inglese).

Il problema è che le primissime recensioni che ho letto in rete non sprizzano entusiasmo: e in effetti, la trama, basata su una storia soprannaturale ambientata in un vecchio maniero a Oxford, non sembra poi così originale.

Ma aspetto di mettere le mani sul gioco per dirne di più… certo sarebbe una bella delusione.

Marco Vallarino is back

Gradito, graditissimo ritorno nel panorama italiano delle avventure testuali: Marco Vallarino, storico avventuriero e autore di giochi molto apprezzati come Enigma, il suo ultimo lavoro, uscita quasi dieci anni fa, sfornerà presto un nuovo gioco. Il titolo per ora rimane segreto: si sa solo che il protagonista è un vampiro che si ritrova in un sotterraneo. 

Get Lamp: un documentario sulle avventure testuali

Qualche giorno fa mi è stato recapitato Get Lamp, il documentario sulle avventure testuali realizzato da Jason Scott con interviste a tanti protagonisti e autori dagli anni 80 a oggi. Per 50 dollari l'autore ve lo spedisce dagli Stati Uniti e vi arriverà nel giro di pochi giorni (se lo avessero spedito da una qualunque località italiana ci avrebbe messo di più!).

L'ho tenuto in caldo per un po', girandolo e rigirandolo tra le mani, poi, ora, ho iniziato a vederlo. E ho subito avuto una sorpresa: Will Crowther, ideatore di Adventure, la prima avventura testuale, assieme a Don Woods, è considerato il Salinger dell'interactive fiction perché rifiuta di farsi intervistare… perchè?

Hadean Lands: Interactive Fiction per iPhone

Questa è una notizia che in qualche modo rappresenta una piccola rivoluzione nel mondo dell’Interactive Fiction.

Prendete uno degli autori più importanti degli ultimi 10 anni (Andrew Plotkin). Prendete quindi un servizio su web che serve a chiedere finanziamenti per progetti e idee. Prendete infine una bella idea dell’autore di cui sopra (una interactive fiction per iphone con annesso framework di programmazione). Mischiate tutto e in un solo giorno vengono raccolti più degli 8000 dollari necessari alla realizzazione.

Tutte le informazioni su http://www.kickstarter.com/projects/zarf/hadean-lands-interactive-fiction-for-the-iphone

Recensioni IF Comp 2010: Gigantomania

Gigantomania: una noiosa rievocazione della Russia di Stalin.

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Gigantomania colpisce fin da subito per l'idea, piuttosto originale per un'avventura: ci troviamo nella Russia di Stalin nei panni di compagni-lavoratori disperati. In parte, ed è chiaro, questo gioco vuole essere una denuncia di quel contesto storico e della miseria che imperava. L'autrice, Michelle Tirto, disegna il suo scenario con una scrittura solida, anche se un po' di punteggiatura in più avrebbe fatto bene, e correda il tutto con alcune citazioni delle frasi di Stalin sparse qua e là. 

Il problema è che, sotto il profilo prettamente ludico, il gioco è noioso e poco divertente. Tanto più che la struttura a blocchi lo rallenta: infatti, Gigantomania è diviso in vari capitoli, ognuno dei quali composto da una o due stanze e per procedere è sufficiente azzeccare l'azione giusta. Nel primo capitolo, ad esempio, basta raccogliere alcuni sacchi di patate, nel secondo, in cui vestiamo i panni di un altro compagno/lavoratore, bisogna semplicemente aspettare… insomma, niente di interessante per uno che un'avventura vorrebbe pure giocarla e non solo leggerla.

E siccome Gigantomania non ha la caratura di Photopia, che di interattivo aveva ben poco ma sfruttava in modo geniale il rapporto testo/interazione che consente l'IF, il risultato è deludente. Oltre tutto, alcuni oggetti e personaggi vengono buttati lì e abbandonati senza alcuna ragione e senza inserirsi nella trama né tantomeno nel gioco. 

Recensioni IF Comp 2010: Mite

Mite: una minuscoa avventura fantasy ben programmata. 

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Non amo molto i giochi fantasy, ma questo Mite di Sara Dee, per lo stile "grazioso" e molto favolistico e per la semplicità che si percepisce fin dal primo impatto, mi ha "preso", tanto che ci ho speso tempo e l'ho finito.

Niente di che, per carità, tutto molto "semplice", appunto. A cominciare dalla trama: partendo dal nostro villaggio dobbiamo riportare al Principe-governatore un gioiello che ha perduto. L'atmosfera è un po' quella del leggendario Twin Kingdom Valley anni 80 e anche un po' quella di Wonderland (Alice nel paese delle meraviglie), ma la svolgimento è molto molto più ridotto: a un avventuriero di medie capacità basteranno meno di due ore per finirlo. Gli enigmi, infatti, sono semplici, anche i più ingegnosi. E poi, il fatto che sia ben programmato, con molti sinonimi e (quasi) tutti gli oggetti visibili esaminabili (anche quelli dello scenario), facilita le cose: e questo è un bene. Certo, delude per la brevità: l'avventura del nostro eroe è davvero banale e troppo corta. 

Insomma, Mite non resterà nella storia, difficilmente vincerà la IF Comp, ma potrà divertire chi è alle prime armi con questo tipo di giochi. 

Nulla di più.

Recensioni IF Comp 2010: Heated

Heated: un altro inutile giochetto che sta bene in un dimenticatoio

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Dopo A quiet evening at home, che si svolge dopo una giornata di lavoro, per un incredibile bizzarro destino ho aperto questo Heated che si svolge… all'inizio di una giornata di lavoro. Ora, non so se l'autore di Heated, Timothy Peers, sia lo stesso anonimo autore di A quiet evening at home che voleva completare la sua… opera e che forse prossimamente ci offrirà un'avventura che si svolge durante una giornata di lavoro, fatto sta che il risultato è sempre lo stesso: un gioco da dimenticare. Un gioco scritto frettolosamente, senza cura, nato evidentemente solo per dire "Ho partecipato alla IF Comp". Un gioco che sembra, proprio come  A quiet evening at home, un'avventuretta di scarso valore anni Ottanta, con tanto di "caccia alla parola" ed enigmi insulsi. Un gioco breve, per fortuna, in cui l'obiettivo è lavarsi, vestirsi e… andare sul posto di lavoro. Mah.

Un gioco che non merita neppure una recensione più lunga.

Ma certo, una riflessione va fatta: a esplorare questa IF Comp, finora, sembra proprio che l'IF sia in una fase di regressione, anche all'estero, perché i nuovi autori non hanno idee e non ci mettono impegno.  

E pensare che Adam Cadre, con la stessa idea alla base di Heated, costruì un piccolo capolavoro (9.05). Appunto, Adam Cadre, non Timothy Peers. 

Recensioni IF Comp 2010: A quiet evening at home

A quiet evening at home: una stupidaggine programmata male che resuscita la "caccia alle parola".

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Se avete letto la riga di presentazione, c'è ben poco da allarmarsi per gli spoiler perché immagino che un avventuriero come si deve abbandonerà questo insulso giochetto nel giro di mezz'ora, come ho fatto io. A quiet evening at home è solo una perdita tempo, anonimo in tutto: non c'è il nome dell'autore (che forse non ha il coraggio di firmarsi), non ci sono credits né alcuna informazione. Indizi di sciatteria che dovrebbero fin da subito far pensare a che cosa ci troviamo di fronte, un'avventuretta dalla trama piatta che sembra un tutorial mal fatto.

L'obiettivo è fare tutto quello che si fa quando si arriva a casa dopo il lavoro: andare in bagno, cucinare, guardare la TV, ma anche l'azione più semplice qui diventa un dramma, come nell'enigma (parola grossa) della zuppa: pensate che versarci sopra dell'acqua bisogna azzeccare esattamente la frase altrimenti il parser non capisce. Insomma, torna la "caccia alla parola" anni Ottanta nella maniera peggiore.

E poi, mi chiedo perché mai un altro enigma si basi sul fatto che devo cercare il bagno… a casa mia. 

Inoltre, l'incuria nel gioco si vede in tante altre piccole cose: mancanza di punteggiatura, refusi, pochi sinonimi, descrizioni elementari e frettolose.

Ragazzi, tenetevi alla larga da questa presa in giro.