Gigantomania: una noiosa rievocazione della Russia di Stalin.
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Gigantomania colpisce fin da subito per l'idea, piuttosto originale per un'avventura: ci troviamo nella Russia di Stalin nei panni di compagni-lavoratori disperati. In parte, ed è chiaro, questo gioco vuole essere una denuncia di quel contesto storico e della miseria che imperava. L'autrice, Michelle Tirto, disegna il suo scenario con una scrittura solida, anche se un po' di punteggiatura in più avrebbe fatto bene, e correda il tutto con alcune citazioni delle frasi di Stalin sparse qua e là.
Il problema è che, sotto il profilo prettamente ludico, il gioco è noioso e poco divertente. Tanto più che la struttura a blocchi lo rallenta: infatti, Gigantomania è diviso in vari capitoli, ognuno dei quali composto da una o due stanze e per procedere è sufficiente azzeccare l'azione giusta. Nel primo capitolo, ad esempio, basta raccogliere alcuni sacchi di patate, nel secondo, in cui vestiamo i panni di un altro compagno/lavoratore, bisogna semplicemente aspettare… insomma, niente di interessante per uno che un'avventura vorrebbe pure giocarla e non solo leggerla.
E siccome Gigantomania non ha la caratura di Photopia, che di interattivo aveva ben poco ma sfruttava in modo geniale il rapporto testo/interazione che consente l'IF, il risultato è deludente. Oltre tutto, alcuni oggetti e personaggi vengono buttati lì e abbandonati senza alcuna ragione e senza inserirsi nella trama né tantomeno nel gioco.